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Fonti naturali di Vitamina A
L’olio di fegato di pesce ( ippoglosso, merluzzo, salmone, etc….) è da sempre considerato, universalmente da tutti i ricercatori, scienziati, medici e nutrizionisti, come la migliore fonte esistente di Vitamina A naturale. Uno dei pesci più ricchi di queste vitamine ,che vive nel Nord del Pacifico ( Alaska ) entro il circolo polare artico è l’Halibut appartenente alle varietà Hippoglossus hippoglossus.

Come viene lavorato?
Dopo l’estrazione, l’olio viene lavorato fino ad ottenerne diversi tipi, più o meno depurati e concentrai, destinati rispettivamente all’industria farmaceutica, cosmetica e zootecnica. La qualità dell’olio dipende, oltre che dal Retinolo o Vitamina A, anche dal grado e dalla tecnica di raffinazione, dal grado di rancidità, dal grado di purezza e dal suo indice d’inquinamento e contaminazione, sia batterica che di residuati inorganici, con particolare riferimento ai metalli pesanti (mercurio,piombo, cadmio, etc…), ed agli idrocarburi ( petrolio e derivati ). Necessita, quindi, di una lavorazione accurata da parte delle industrie opportunamente attrezzate ed in grado di garantire un’eccellente qualità costante nel tempo a prezzi accettabili.

Bibliographic source:
Verage values in Retinol (Vitamin A) e cholecalciferol (vitamin D3) in the liver of some marine fish (Table 2.4 – 3.2, Russell Lee – Mc Dowell “Vitamin in Animal Nutrition” Acc.Press, California, 1989

La Vitamina A naturale o Retinolo, contenuta naturalmente in questo tipo di olio, anche se apparentemente simile a quella prodotta sinteticamente dall’industria chimica, è profondamente diversa, ed affermare , come molti tecnici fanno in campo zootecnico, che la Vitamina A ottenuta per sintesi chimica abbia lo stesso valore biologico di quella naturale ( cioè biologicamente attiva) , è un evidente errore grossolano. Sono due prodotti distinti che non hanno altro in comune che la denominazione, infatti hanno una:

  1. struttura molecolare simile, ma non uguale
  2. composizione chimica diversa
  3. diverso punto di fusione
  4. diverso peso molecolare

Fu proprio il prof. McCollum nel 1926 presso la Stazione Agricola Sperimentale di Madison (Wisconsin –USA ) a rilevare che il fattore ” vitale “ contenuto nell’olio di fegato di pesce dei mari ” artici “ ( migliorava la spermatogenensi nei verri ) era una sostanza liposolubile ( chimicamente apparteneva al gruppo delle ammine ) e dal momento che già da allora si supponeva che fattori vitali di questo tipo contenuti negli alimenti fossero più di uno, lo chiamarono visto Vitamina A, visto che era il primo . Più tardi gli stessi ricercatori scoprirono che l’erba di alcune piante pigmentate come l’erba medica,le carote e molti altri vegetali, avevano delle proprietà simili. Arrivarono, così, alla conclusione che anche nel mondo vegetale vi fosse un fattore vitale alimentare di questo tipo, questa volta però idrosolubile. Solo in un secondo tempo, con l’evolversi degli studi di biochimica, si poté affermare con certezza l’esistenza di due fonti di questa vitamina :

La prima una vitamina vera e propria denominata Retinolo di esclusiva provenienza animale e la seconda una provitamina denominata β-Carotene idrosolubile di esclusiva provenienza vegetale, che una volta assunta dall’organismo animale viene trasformata in Retinolo o Vitamina A nelle cellule intestinali.

Differenze biochimiche tra Retinolo Naturale e Vitamina A sintetica
Il Retinolo presente in natura è in due forme chimicamente simili ma non uguali chiamate A1 e presente al 95% nell’olio di pesce marino e la A2 o 3-deidroretinolo presente nello stesso olio al 5%. La forma A1 che è l’unica riprodotta sinteticamente. Il Retinolo si presenta in natura sotto due forme dette “vitameri
1) Retinale ‘tutto trans’
2) Retinale ‘11 cis’
La forma A2 o 3-deidroretinolo non è riproducibile e si distingue per la presenza tra il C3 e C4 di un doppio legame = insaturo. Il Vitamero A1 è senza dubbio il più funzionale, mentre del Vitamero A2 non se ne conosce esattamente la funzione se non quella di agire come sinergizzante della A1 e non può essere riprodotto per via sintetica.
Ciò spiega in parte del perché dosaggi della Vitamine A naturale o Retinolo , tutto sommato abbastanza modesti, abbiano dato delle risposte fisiologiche molto più elevate di quelle normalmente ottenute praticamente ad alti dosaggi con quelle sintetiche ed il perché quest’ultimo non sia per niente tossico.

DIFFERENZA D’ASSIMILAZIONE TRA IL RETINOLO NATURALE E LA VITAMINA A1 SINTETICA

Il Retinolo naturale, ossia quello naturalmente esterificato, necessita, per essere assimilato, di un passaggio in meno infatti, questo, arriva direttamente alle cellule intestinali senza subire alcun processo di esterificazione e quindi, una volta arrivato, per mezzo di lipoproteine carrier viene distribuito in tutto l’organismo. La Vitamina A1 sintetica invece, per essere utilizzata deve essere prima esterificata chimicamente con degli acidi grassi, dai quali dipende il grado di assimilazione della vitamina e che, a seconda del tipo di acido ( acetico palmitico e propionico),
diventano sempre meno stabili ed assimilabili e quindi digeriti solo in parte, nello stomaco, da parte della lipasi gastrica. Arrivati nell’intestino, gli esteri Retinolo-acido grasso della Vitamina A1, vengono idrolizzati dalla lipasi pancreatica che libera la forma A1 che, a sua volta, viene catturata dai villi della mucosa intestinale e successivamente ri-esterificata con acidi grassi endogeni ed infine per mezzo di “ carrier ” lipoproteici viene trasportata nel fegato dove si deposita e ridistribuita, sempre incorporata alle lipoproteine, ai vari tessuti a seconda delle necessità dell’organismo:e quindi lo stesso destino del Retinolo naturale; chiaramente, in questo ulteriore passaggio una parte della vitamina sintetica viene distrutta.
Concludendo il Retinolo ha un by-pass “ naturale “ con il circolo sanguigno. consentendo una maggiore assimilazione.

OSSERVAZIONI SULLE ETICHETTE DEL NAT®
La presenza de Retinolo o Vitamina A naturale è indicata solo nelle “ dichiarazioni supplementari ” poiché non essendo un additivo come il Retinil-acetato Ea372a, Retinil-palmitato Ea372b e Retinil-propionato Ea372c non è soggetta alle restrizioni di questi ultimi.

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