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Polyunsatured Fatty Acid in Dairy Cows:   a case  of functional feed ( NAT®W3)

Polyunsatured Fatty Acid in Dairy Cows: a case of functional feed ( NAT®W3)

GABALDO G. (1), DEPALMA A. (2), FUSARI A. (3), PIZZICARA M. (1), TINELLI S. (2) , UBALDI A. (3)

(1) TE.CO.S. srl – Verona – Italy; (2) Veterinary Pratictioner – Italy ; (3)Dipartimento di Salute Animale, Università degli Studi di Parma – Italia

INTRODUCTION

Polyunsatured Fatty Acid or PUFAs must be introduced compulsorily with the diet. (So called Essential Fatty Acids). Numerosus articles have shown that introducing Omega 6 or Omega 3 in the diet of dairy cows, mainly in risk period as « Transition Period », Improve both reproductive and immune status of dairy cows No trials were performed with an association of those family of PUFAs, neither with a stimulation of Rumen’s flora.

THE DHA IN THE RUMEN

It was found in vitro and in vivo that DHA-enriched micro algae have an inhibitory effect on rumen biohydrogenation of polyunsaturated fatty acids resulting in the accumulation of several hydrogenation intermediates such as conjugated linoleic acid (CLA c9t11), well known for its anticarcinogenic and antiartherogenic effects, and vaccenic acid (C18:1 t11), the precursor of CLA in the mammary gland. Recently Belgian and Dutch researchers (Boeckaert – Vlaeminck and coll – 2007) have demonstrated the accumulation of biohydrogenation intermediates was associated with the disappearance of some rumen ciliates.

 

IPOTESI DEL RUOLO DEL FAP® nel metabolismo del DHA

LeVif ® : STEMMED FROM A NATURAL TECHNOLOGIC INDUSTRIAL PROCESS, WHICH ENHANCE THE VALUE OF THE GRAIN BY GERMINATION AND LACTIC FERMENTATION

LeVif ® : SYMBIOTIC (probiotic+prebiotic) action on ruminal protozoan population

Compensation  for the inhibitory  effect of  the ruminal protozoan population on D H A

More DHA  available in the metabolism

DISCUSSION

  1. The increase of a part of saturated fatty acids (C12-C14-C16) inthe treated group is balanced by the decrease of C18 (stearic acid)
  2. At the end the level of saturated fatty acid in the milk is healthier for the human nutrition
  3. The most interesting part of unsaturated fatty acids for the human nutrition is:

           => CLA: + 109,34%  /   => EPA + DHA = + 19,48%

With a decrease of EPA (-57%) but a very important increase of DHA (+223,8%)

MATERIALS   AND   METHODS

A) Study animals
The study took place in five barns of High Productive Dairy Cows (1 in VERONE and 4 in BARI – Italie lt 30/day )
– In VERONE, 20 cows were randomised in 2 groups. The treatment group receive 700g of NAT®Ω3/animal/day during 41 days. It was easy to separate the milk product from each group. However the average day of milk of the treated group was less than 30 days compared to the average day of milk from the control group
-In BARI, the 4 barns were in the same breeding methods. In each farm, 3 control and 3 treated cows were chosen at the same physiological status. The treated group received 700 of NAT®Ω3/animal/day  from 21 days before and 21 days after calving. At the end of the study only 18 cows were kept because of different events not linked to the trial.

B) Data Analisis
MILK: CSS, protein, complete fat part. Once a week
BLOOD:  Cholesterol level (HDL and LDL), Progesterone. At 21 days before calving and once a week after.
CLINICAL SIGNS: Heat control quality, BCS, Pregnant control

 

  1. The LDL value seems to be the most important parameter
  2. The LDL score increases from  21 days before calving until 7 days after calving and then decrease slowly  from 7 days until 21 days after calving
  3. The HDL/LDL ratio decrease from 21 days before untll 7 days after calving
  4. The HDL level does not seem to be interesting for the progesterone level and the fertility
  5. The level of Progesterone in blood increase at 21 days after calving. It seems to be linked to the LDL value which increase a few days before (GUMMER 1988 – SAEZ 1983)
  6. Progesterone is a profertility factor, therefore use of NAT®Ω3 (21 days before and 21 days after calving) improves the fertility results

1)  NAT®Ω3, in transition period, improve:
a) Cholesterol metabolism
b) Level of progesterone and fertility results
c) Quality of the fat part of the milk

2)  The study enables a control on dairy cows to identify the ones with a risk of low fertility results and so a prevention using NAT®Ω3

Acidi Grassi Polinsaturi nelle vacche da latte: un caso con un functional feed ( NAT ® W3)

Acidi Grassi Polinsaturi nelle vacche da latte: un caso con un functional feed ( NAT ® W3)

GABALDO G. (1), DEPALMA A. (2), FUSARI A. (3), PIZZICARA M. (1), TINELLI S. (2) , UBALDI A. (3)

(1) TE.CO.S. srl – Verona – Italy; (2) Veterinary Pratictioner – Italy ; (3)Dipartimento di Salute Animale, Università degli Studi di Parma – Italia

INTRODUZIONE

Gli Acidi Grassi Polinsaturi o PUFA debbono essere obbligatoriamente introdotti con la dieta (Cosiddetti acidi grassi essenziali). Numerosi articoli hanno dimostrato che l’introduzione di Omega 6 e Omega 3 nella dieta delle vacche da latte, soprattutto in periodo di rischio come «​​periodo di transizione», è in grado di migliorare sia lo stato riproduttivo che il livello immunitario delle vacche da latte. Ad oggi non sono stati effettuati studi con un’ associazione di questa famiglia di Acidi Grassi Polinsaturi, e nemmeno con una simultanea stimolazione della flora microbica del rumine.

IL DHA NEL RUMINE

È stato dimostrato tanto in vitro come in vivo che il DHA contenuto in alcuni tipi di alghe marine ha un effetto inibitorio sulla bioidrogenazione del rumine degli acidi grassi polinsaturi in conseguenza di accumulo di intermedi derivati dalla idrogenazione come l‘Acido Linoleico Coniugato (CLA c9t11), ben noto per la sua attività contro i tumori e l’arteriosclerosi , e acido Trans Vaccenico (C18: 1 t11), il precursore di CLA nella ghiandola mammaria. Recentemente i ricercatori belgi e olandesi (Boeckaert – Vlaeminck e coll – 2007) hanno dimostrato che l’aumento di “ isomeri intermedi” della bioidrogenazione è associato alla scomparsa di alcuni ciliati presenti nel rumine.

 

IPOTESI DEL RUOLO DEL FAP® nel metabolismo del DHA

FAP ® : E’ UN SIMBIOTICO NAURALE DERIVATO DA UN PROCESSO TECNOLOGICO DI GERMINAZIONE E FERMENTAZIONE LATTICA DELL’ORZO

FAP ® : SIMBIOTICO (probiotico+prebiotico) azione sulla popolazione protozooaria del rumine

Effetto di compensazione per l’effetto inibitorio della popolazione protozoo ruminale sul DHA

Maggior disponibilità di DHA a livello metabolico

CONCLUSIONI

  1. L’aumento di una parte di acidi grassi saturi (C12-C14-C16) nel gruppo trattato è  bilanciata dalla diminuzione di C18 (acido stearico )
  2. Buon risultato a livello nutrizionale la diminuzione del livello di acidi grassi saturi nel latte
  3. Il risultato più interessante per l’alimentazione umana è che sono aumentati  gli Acidi Grassi Polinsaturi : => CLA: + 109,34% / => EPA + DHA = + 19,48% con una diminuzione del EPA (-57%) ma un importante aumento del DHA (+223,8%)

MATERIALI E METODI

A) Sugli animali 
Lo studio si è svolto in cinque stalle di vacche da latte di alta produzione (1 in provincia di Verona e 4 in provincia di Bari – Italia con produzioni di circa lt 30/giorno) A VERONA 20 vacche sono state randomizzate in 2 gruppi. Il gruppo trattato ha ricevuto 700g di NAT ® Ω3/capo/gg per un periodo di 41 giorni. Era facile separare il latte di ciascun gruppo. Tuttavia i giorni medi di lattazione del gruppo trattato erano più bassi di 30 giorni rispetto al gruppo di controllo. A BARI, le 4 stalle avevano metodi riproduttivi simili. In ogni azienda, il controllo era di 3 capi e 3 vacche trattate ,scelte con gli stessi standard fisiologici. Il gruppo trattato ha ricevuto 700 di NAT ® Ω3/capo/gg per 21 giorni prima e 21 giorni dopo il parto. Alla fine dello studio solo 18 mucche sono state mantenute per diversi eventi non legati al processo.

B) Analisi
LATTE: CSS, proteine, profilo completo dei grassi ogni settimana
SANGUE: livelli di Colesterollo l(HDL ed LDL), Progesterone. Partendo da 21 prima del parto una volta alla settimana
RILEVAMENTI CLINICI: Calori, BCS, gravidanze

 

a) I titoli di LDL sembrano essere il parametro più importante
b) I valori di LDL aumentano da 21 giorni prima del parto fino a 7 giorni dopo il parto, per poi diminuire lentamente da 7 giorni fino a 21 giorni dopo
c) Il rapporto tra HDL / LDL è diminuito da 21 giorni prima fino a 7 giorni dopo il parto
d) Il livello di HDL non sembra influenzare i titoli di progesterone e l’indice di fertilità
e) Il livello di progesterone nel sangue aumenta a 21 giorni dopo il parto. Tale valore sembra essere legato all’aumento del LDL qualche giorno prima (GUMMER 1988 – SAEZ 1983)
f) Il progesterone è un fattore pro-fertilità e perciò l’uso di NAT ® Ω3 (21 giorni prima e 21 giorni dopo il parto), migliora i risultati sulla fertilità

1) L’uso del NAT®Ω3, nel periodo di transizione , migliora:
a) Metabolismo del colesterolo
b) I valori di progesterone e la fertilità
c) La qualità del grasso nel latte

2) Lo studio permette di identificare preventivamente i soggetti con basso indice di fertilità utilizzando il NAT ® Ω3 in fase di prevenzione 

L’impiego di un nutrimento tecnologico di origine naturale NAT (Naturals Animal Treatment) per il miglioramento delle performance riproduttive delle scrofe ¨C

L’impiego di un nutrimento tecnologico di origine naturale NAT (Naturals Animal Treatment) per il miglioramento delle performance riproduttive delle scrofe ¨C

Autori:
Giulio Gabaldo   DVM, PhD   ( Già Professore a Contratto presso Dipartimento Nutrizone Animale dell’Università degli Studi di Parma )
Antonio Ubaldi   Ordinario  di Clinica Medica Veterinaria presso Dipartimento di Scienze Medico Veterinarie Università degli Studi di Parma
Angelo Montagner  Zoonomo ed  Esperto in Biometria Statistica Zootecnica

Introduzione

“ ..la migliore opportunità d’impiego di vitamine ed oligoelementi naturali in alimentazione animale vengono dal mare attraverso l’olio di fegato di pesce  e le alghe. “ usava ripetere uno dei più illustri esperti di nutrizione animale dei nostri giorni il prof. Roger Wolter, ricercatore e già cattedratico di Nutrizione Animale presso l’École Nationale Vétérinaire d’Alfor Università Parigina,  ed autore di numerosi libri e pubblicazioni sull’argomento.  Ed è proprio così che è formulato il NAT® le cui fonti nutritive di origine marina sono apportate in forma naturale. Il NAT®, infatti, è un complesso nutritivo concentrato a base di olio di pesce  (derivato dal fegato di Halibut o Hyppoglossus Hyppoglossus) assorbito su alghe marine naturalmente ricchi in Acidi Grassi Ω 3 (l’Acido Eicosapentaenoico o EPA e l’Acido  Docosaesaenoico  o DHA) Retinolo (Vitamina A) e Colecalciferolo (Vitamina D3) di origine naturale presentato in forma mini-granulare.

Lo studio e le ricerche eseguite hanno confermato quello che già si sapeva a livello teorico, cioè, che la diversa composizione chimico strutturale del Retinolo Naturale (nei confronti di quella sintetica cioè  diversa formula di struttura, diverso peso atomico e diverso punto di fusione) comportano un diverso “ modo di assimilazione “Il Retinolo Naturale, già di per se emulsionato, viene assorbito per via linfatica e arrivando direttamente nel sangue si rende immediatamente disponibile  nel “ circuito metabolico “. Essendo il NAT®, costituito da Vitamine ( contenute nell’olio di Halibut ) ed Acidi Grassi Ω 3 (esclusivamente di origine naturale contenuti nel “ pool “ di alghe), è in grado di influenzare i livelli di  lipoproteine del sangue ed il livello di colesterolo precursore di progesterone. È emerso infine una correlazione fra i valori sierologici della LDL e i livelli di progesterone confermati da un aumento di almeno il 20% dei livelli di fertilità negli allevamenti dove è stato testato. È presumibile che tale valore potrebbe essere, in futuro, utilizzato come  parametro per indicare la necessità di somministrare o meno  questi principi nutritivi. Tutto ciò è dimostrabile dai dati emersi nelle diverse prove di campo eseguite, negli ultimi due anni,  da Veterinari Specializzati nell’allevamento suino in diversi allevamenti, totalmente disgiunti gli uni dagli altri sia  in Italia che Spagna.

Il  NAT®  è stato somministrato nei mangimi per scrofe alla dose di Kg 0,5 ¨C 1,0/ton di mangime   per tutta la lattazione ottenendo dei risultati  veramente straordinari e di grande interesse ed alta redditività.

Prove eseguite

Sono state eseguite una serie di prove di campo sia in Italia che in Spagna in scrofaie di dimensioni medio-grandi con consistenza media  di 850 scrofe presenti. Le prove per le quali è stato possibile raccogliere i dati sono state 9. Queste 9 aziende rappresentano una popolazione complessiva di 5400 scrofe. La tipologia di protocollo prevalente è stata quella di trattare contemporaneamente alcune (dal 20 al 30%) sale parto ed utilizzare le sale parte NON trattate come gruppo di controllo. In 2 aziende si sono trattate tutte le sale parto procedendo alla valutazione dei risultati mediante confronto delle serie storiche. Per quanto concerne il trattamento delle scrofe, il tempo di trattamento è stato il periodo di lattazione che è stato tra i 21 ed i 28 giorni.

 

Risultati zootecnici

I risultati zootecnici ottenuti possono essere riassunti come segue:

  • Intervallo svezzamento calore
  • Percentuale di scrofe gravide alla prima coperura
  • Peso allo svezzamento
  • Suinetti svezzati /scrofa anno-1

Intervallo svezzamento calore

Il valore medio di riduzione dell’intervallo svezzamento calore è stato di 2,5 giorni con un valore minimo di 0,9 ed uno massimo di 3,5.

Percentuale di gravidanza alla prima copertura

Il valore medio di miglioramento delle scrofe gravide alla prima copertura è stato del 13% con un minimo di 2,75% ed un massimo del 20,78 %.

Peso allo svezzamento

Il valore medio di incremento di peso allo svezzamento è stato di 0.9 kg con un minimo di  0,6 ed un massimo di 1,2, considerando un peso medio dei suinetti del controllo di 7,11 kg ed del gruppo trattato di 8 kg.

Suinetti svezzati /scrofa anno-1

A fronte di un numero medio di 23,92 svezzati/scrofa/anno -1  del controllo, il numero medio del gruppo trattato è stato di 26,43 avendo quindi un miglioramento medio di +2,6 svezzati scrofa/anno con un minimo di 1,06 ed un massimo di 4,20.

Risultati economici

Nel calcolo economico, per definire il costo medio di trattamento si è considerata una lattazione di 28 giorni ed un dosaggio di NAT® di 1 kg/t.  Si è poi proceduto all’ analisi del beneficio economico quantificando il vantaggio monetario conseguente al miglioramento zootecnico e più precisamente:

Riduzione svezzamento calore: la riduzione di questi tempi comporta una riduzione dei tempi improduttivi della scrofa
Percentuale di scrofe gravide alla prima copertura: questo comporta una minor percentuale di ritorni ed ancora una riduzione dei tempi improduttivi
Peso allo svezzamento: Avere suinetti più pesanti allo svezzamento significa vendere a maggior valore nei cicli aperti ed avere suini a maggior accrescimento nei cicli chiusi
Suinetti svezzati /scrofa anno-1  : il miglioramento di questo parametro comporta ovviamente una maggior produttività dell’ allevamento sia che si vendano suinetti svezzati che grassi.

Il calcolo del ritorno dell’ investimento è calcolato in €  rispetto al costo del trattamento ed al netto del costo del trattamento.

 

 

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